A cosa serve? A cambiare la mentalità.
In un più recente articolo dal titolo "'Chi può non la compra' Il triste destino dell'elettrica", Vincenzo Borgomeo confronta la rapida diffusione con cui i più facoltosi ed in vista hanno accolto i primi telefonini con lo scarso successo dell'auto elettrica nella stessa fascia sociale. A mio avviso non è solo una questione di moda, quella semmai si sviluppa in seguito. Credo sia più utile analizzare i prodotti in questione più approfonditamente. Il telefonino è la risposta tecnologica all'esigenza presente ma precedentemente non soddisfatta di comunicare ed essere raggiungibili ovunque. Per questo stesso motivo prima di questi si vendevano impianti da automobile ben più costosi e pesanti, ora giustamente soppiantati. Ora anche i telefonini sono stati soppiantati dagli smartphone, che a loro volta rispondono all'esigenza di essere sempre "collegati".
L'auto elettrica risponde ad un'esigenza diversa e meno impellente nella vita quotidiana e soprattutto negli affari: quella della mobilità sostenibile. Tradizionalmente questa viene esaltata tramite normative che in fin dei conti si traducono in blocchi del traffico, che tuttavia nel caso in questione possono risultare poco efficaci: ha infatti poco senso che scelga un'auto elettrica chi per spostarsi in città spesso sceglie il taxi. Nel momento in cui decidono di acquistare un'auto, a mio parere, le persone che appartengono a questa fascia sociale non cercano tanto praticità, economicità ed affidabilità, quanto prestazioni, sensazioni, sicurezza, status. In questo senso una Lamborghini o una Hummer sono, paradossalmente, preferite. Qui arriviamo all'utilità di questi esperimenti.
Perché l'auto elettrica soppianti quelle tradizionali sul piano dei desideri, oltre ad aumentarne la convenienza e la praticità abbassando il prezzo di acquisto, estendendo l'autonomia e riducendo i tempi di ricarica, è a mio avviso più utile renderne appetibile il possesso per motivi ludici e d'immagine che possano comunicare inequivocabilmente disponibilità economica, forza e personalità più che razionalità e parsimonia. A questo scopo, rispetto ai pur necessari miglioramenti precedentemente indicati, potrebbe risultare più utile l'organizzazione di eventi sportivi di carattere mondano ed esclusivo che diano la sensazione di appartenere ad un club privilegiato di sportivi facoltosi, come accade per il Ferrari Challenge. Con in più, rispetto a questo, la possibilità di apparire particolarmente attenti agli aspetti ambientali. Chi ama le etichette potrebbe definirli eventi sportivi eco-chic. In questo senso, credo possa rivelarsi molto più efficace una vettura muscolosa e divertente come quella che potrebbe nascere da questi studi che non un'ottima, per altri versi, Nissan Leaf.
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